Una delle domande più fastidiose che da sempre mi viene fatta è
"Perché fai fumetti?"
Visto però che esistono domande fastidiose ma NON ESISTONO domande inutili mi sono messo buono buono a risponderMI.
Come tutti gli autori nasco lettore. Come tutti gli autori non mi sono fermato solo a leggere.
La risposta è questa qua (più o meno, che le risposte spesso e volentieri mentono):
"Credo si decida di diventare autori solo quando ci si accorga che nelle proprie letture manchi qualcosa. O meglio qualcuno."
Esistono milioni di personaggi meravigliosi.
Ma tu sai che ne mancano altrettanti.
Mancano i tuoi personaggi.
Quelli che da un bel po' di tempo ti abitano la testa.
Braccio di Ferro c'è e mangia gli spinaci. Henry "Hank" Chinaski è al bar da questa mattina presto. L'Uomo Ragno si arrampica sul tuo tetto dal 1984. Paul Sheldon è stato rapito da Annie Wilkes e se non fa risorgere Misery sono cazzi suoi.
Ma Hanchi? E Pinchi? Gul? Palla Rossa? Dov'è Palla Blu?
E Dio che fa? Com'è che crea? perché crea? Dove abita?
E Satana che fa?
Dio ce l'ha un padre?
Ecco, quando cominci a chiederti questo non sei più un lettore. Sei un autore. Di successo o meno non ha alcun tipo di importanza. Credimi.
I tuoi personaggi sono nati. Esistono. E per non passare da pazzo visionario senti che ti tocca raccontarli. A tutti.
Hanchi prima di "Hanchi Pinchi e Panchi" (Coconino Press 2009) era solo una storiella che raccontavo a Francesco. Dopo la pubblicazione Hanchi è la sorella di Pinchi. E della povera Panchi.
Hanchi ha un ragazzo. Si chiama Etto. E si arrabbia spesso.
Palla Blu era quadrato prima del libro con gli amici della BAO Publishing. Ora è rotondo. Perché Palla Rossa lo urla a tutti dalle pagine di "PALLA ROSSA E PALLA BLU" (Bao Publishing 2016).
E Dio Non ha ancora un padre. Un papà. Fino a Bilbolbul. Festival internazionale di fumetto 2016. Quando uscirà "Il papà di Dio" (Bao Publishing 2016.
Buona lettura.
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